martedì 15 dicembre 2009

che tristezza...

... da Italiano all'estero, vedere le foto di quanto accaduto domenica trasmesse dai telegiornali inglesi, ascoltare i commenti alla radio mentre guido ( e per fortuna non capisco quasi niente), parlare con i miei studenti inglesi, che continuamente mi chiedono cosa sia successo e per quale ragione.... "everybody loves Italy, you know..."

che tristezza, da Italiano all'estero, vedere come non ci sia nulla di sbagliato nella scelta presa, sentire che il tuo Paese è allo sbando più totale, che il gesto di un folle viene strumentalizzato fino alle estreme conseguenze, che niente migliora ma tutto rotola, e rotola, e rotola...
Vedere incubi trasformarsi in realtà. Incontrare l'ignoranza e doverle stringere la mano.

Difficile spiegare, se prima non si capisce. Difficile capire, se prima non si riflette.

Mi sento figlio di un Paese glorioso, magnifico e bellissimo, abitato da grandi persone, ricco di Storia e di Cultura, invidiato da tutto il mondo... mi sento figlio degli Etruschi, dell'Antica Roma, della grande Firenze medicea, di Dante e Leonardo, di Manzoni, Pirandello e Pasolini.
Da quando vivo qui, ogni giorno di più, sento un attaccamento all'Italia che mai avevo sospettato di possedere. La lontananza, si sa, è una strada che porta alla presa di coscienza.

Mi sento figlio di un grande Paese che non mi ama. E che non mi vuole.
Qualcuno ogni tanto mi dice "ci vuole coraggio per andarsene dal proprio Paese"; è il momento della vergogna, per me. E mentre cerco ogni volta una boa che mi possa salvare, ricaccio negli abissi del pensiero le parole che più mi feriscono: "Ce ne vuole molto di più per restare".
E' dura ammettere a se stessi che si è solo in fuga; che si è rinunciato a combattere, che si è scelta la strada più facile. Vigliacco. Non sarà certo grazie a te se le cose miglioreranno. Non sarà grazie al tuo contributo che forse un giorno tutto questo sarà solo un brutto ricordo, trasformato soltanto in un'altra pagina di libro di storia.

Fratelli d'Italia, l'Italia s'è persa... ed io con Lei.

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior

domenica 6 dicembre 2009

Anche qui, ogni tanto, non piove.
C'è questo vento che sferza anche i corpi più forti, le anime più salde.
E' tempo di pensare, è il tempo per pensare. Ed i pensieri non sono sempre positivi, son pensieri, si sa. Non chiedono il permesso per far male, non bussano alla porta, ma irrompono come un gruppo di ragazzini ad una festa dove non sono stati invitati. La voglia di farsi sentire, di farsi notare, e di combinare un po' di casino. Niente più. Poi se ne vanno, lasciando disordine qua e là, qualche piccolo danno, qualche preoccupazione. Bisogna riordinare, mettere a posto, fare pulizia, se necessario.
Ma come avranno fatto a sapere della festa? E chi gli ha dato l'indirizzo? e l'ora?

Anche qui, ogni tanto, non piove.
C'e questo sole pallido, che non è caldo, ma è bello. Lo puoi guardare sorgere da montagne che sono nuvole e calare dietro un orizzonte che puoi solo immaginare. Intangibile, etereo. Luminoso e distante. Pensi che c'è ma è come se non ci fosse. E' come se una mano, anch'essa invisibile, avesse disegnato questo grande disco giallo nel cielo, alla fine di un quadro al quale mancava qualcosa. Eccolo lì. Giusto una pennellata ancora, e poi sarà perfetto. Nessun raggio arriva sulla Terra, nessun'ombra ti accompagna a casa. Alzi gli occhi al cielo, dici grazie per lo spettacolo, ma vieni più vicino.

Anche qui, ogni tanto, non piove.
Come in tutti gli altri posti del mondo.
C'è un tempo che è fuori ed è di tutti. E un altro, che è dentro, che è tutto tuo.

Anche qui, ogni tanto, non piove. E presto l'inverno passerà.