sabato 22 novembre 2008

Si ma prima o poi posto, vai tra...

Sì sì, prima o poi posto.

Ecchétedevodì... in questo periodo il tempo è tiranno, le idee poche e mal distribuite, la scuola risucchia le energie, la testa è convogliata, la strada segnata. E così mi tocca lasciare che la polvere scenda dolcemente sulle pagine del blog, ricoprendolo con la leggerezza di quelle cose lì, che sono importanti nel momento in cui le vivi ma sai già che è già scritto che finiranno presto.. I hope!

E poi non vorrei mentirti, se non ho la testa alla scuola, agli impegni, alle scadenze, se non poggio la mano alla fronte china su compiti da correggere, su libri da studiare, notizie da conoscere, parole parole parole... se non sono lì con la testa, beh, allora, sono.. beh lo sai dove sono.

Non riesco a non pensarci, è una nuvola che si insinua tra le pieghe dei miei pensieri (questa l'ho già usata, lo so, ma è mia, c'ho il copyright!!) veloce e sicura, che va dove sa che è più forte, dove trova nutrimento, e cresce, cresce...
Dovrò pur prendere una decisione, lo so.

Ma almeno datemi il tempo (questa invece non è mia, so anche questo!) di riordinare le idee, di avere la certezza di fare la cosa giusta. O anche di fare quella sbagliata, che di questi tempi la consapevolezza è merce rara... Poi sarà tutto più chiaro, e chissà.. magari anche più bello, più luminoso, aprirò la finestra per fare entrare i raggi del sole ed un soffio di vento spazzerà via quella polvere.. e figurati... arriveranno anche le parole per il post!

Vai tra', prima o poi...

mercoledì 5 novembre 2008

Un po' prof, un po' papà..

Stamattina ho accompagnato i miei terzini alla Borsa dell'Orientamento, a Novara. Luogo di perdizione e confusionismo, nella sala regna il più becero e vergognoso "tanto al chilo": più che cercare di spiegare ai ragazzi cosa si troveranno ad affrontare una volta entrati in un liceo classico piuttosto che in un Itis, nel famigerato salone di consiglio si cerca di attirare nella rete quanti più pesci possibili.

Con frasi tipo: "Iscriviti all'alberghiero che non si studia", "Vieni al classico che si fan le gite ad Amsterdam", "Allo psico-pedagogico ci sono le tipe fighe", "L'Enaip è Amsterdam.." si dà il via all'acquisto di quanti più chilogrammi di studenti si possa.

Ricordo che quando, al termine della terza media, scelsi la scuola superiore, la mia scelta fu ponderata e sensata. Optai per le magistrali. Perchè? Per i più alti e nobili motivi, chiaro. Duravano solo quattro anni.
Ai tempi volevo fare il poliziotto, figurarsi. Quattro anni per un diploma che mi permettesse di fare il corso per sottufficiali era il meglio al quale potessi ambire.
Poi nel tempo gli anni sono diventati cinque comunque, le idee sono cambiate, mi è toccato fare l'anno integrativo ( e siamo a 6..), ma ho comunque sempre detto che mai avrei potuto scegliere scuola migliore. Mi è andata bene.
Ma non è che a tutti possa andare di culo come a me.

Così provo a consigliare questi poveri tapini per i quali talvolta provo una tenerezza infinita, un sentimento quasi paterno, ben consapevole che un consiglio giusto non c'è. Sceglieranno in base alle scelte dei genitori, degli amici, dei fratelli... forse anche ascoltando la parola del professore di turno, ma mai sceglieranno autonomamente. E come potrebbe essere altrimenti? Non ne hanno le capacità. Non sono ancora pronti. Sono semplicemente troppo "piccoli" per una scelta del genere. E non sarà quindi colpa loro se perderanno anni, cambieranno scuole, le odieranno perfino, prima di trovare la loro strada. E' logica conseguenza di un sistema che non funziona.

E allora, cara mia cazzo di Maria Star (te come chi ti ha preceduto e pure chi verrà dopo, totalmente bipartisan) invece di pensare alla scuola solo come cassa per pagare il tricologo del tuo capo, perchè non intervieni in modo STRUTTURALE, perchè non fai una cazzo di riforma sensata (ma basterebbe pensata) una volta, e dimostri a tutti che si sbagliano su di te?
Perchè, per esempio, visto che tanto a scuola questi ragazzi ci devono andare perchè obbligati, non allunghi il periodo delle scuole medie fino ai sedici anni, in modo che poi possano scegliere con più autonomia che scuole frequentare? Un bel percorso comune fino ai sedici, ed un bel triennio, per chi vuole, di specializzazione. Voilà. Un esempio neanche tanto stupido. Tanto che l'eventuale triennio sarebbe un sacco propedeutico all'università. Prima idea che mi è venuta in mente. Tempo di gestazione, 30 secondi.
E poi, una volta cambiata la scuola, ti fai i tuoi cazzo di conti, vedi quanto personale serve, quanti ne puoi lasciare in mezzo ad una strada senza rimorsi nè perchè, ti dedichi con tutta te stessa alla tua passione: la sartoria. Tagli e cuci quello che vuoi. Almeno avrai dato un senso. Un motivo.
E avrai qualcosa finalmente per essere ricordata di diverso che l'aver fatto tornare di moda il '68.


lunedì 3 novembre 2008

Il mio paradiso e le mie vergini.

Voglio un'assicurazione.

Io lo so che voi sfiduciati dell'-nell'- e dall'amministrazione pubblica pensate che gli insegnanti siano i più tremendi fancazzisti in circolazione (dopo Shulz chiaramente) ma anche se di fatto questo può essere spesso vero, è altrettanto vero il fatto che coloro i quali vogliano fare il loro lavoro al meglio si sbattono troppo per ottenere veramente nulla.

E' passato ormai quasi un anno solare dal mio debutto nella scuola e se prima andavo ad intuito ora l'esperienza è dalla mia: sono socialmente importante come un ghiacciolo al polo.

Dopo che la Maria Star, il genio dell'istruzione, perchè definirla ministro è davvero troppo poco, è riuscita a metterci anche il bel palo nel culo della sua riforma abbiamo toccato finalmente il cielo con un dito (ci serviva la spinta). All'urlo di "abbandonate la nave" tonnellate di precari si stanno gettando a corpo morto in altre professioni meglio retribuite e più politicamente protette come il raccoglibriciole di caucciù e il ricercatore di melanzane. Personalmente, pensavo di riciclarmi come sottobicchiere, che le gocce sono gratis, ma a quanto pare è un settore abbastanza inflazionato dopo i recenti crolli finanziari.

Quindi, in attesa che si liberi un posto, ho deciso di chiedere alla Maria Star di stipularmi un'assicurazione: nel caso in cui dovessi perire nell'esemplare esercizio delle mie funzioni, che so, di stenti e pregiudizi, oppure colpito da una raffica di pugni calibro 9, o ancora martirizzato a colpi di imperfetto in luogo del congiuntivo, voglio che la pubblica amministrazione mi garantisca un futuro roseo almeno nell'aldilà: non pretendo 72 vergini tutte per me (che poi sarebbe meglio averle esperte 'ste donne, questi Kamikaze non sono mica tanto svegli..) ma quantomeno qualcosa che possa valere lo sforzo invano richiestomi in vita. Che so io, la butto lì... nell'aldilà potrebbero far diventare realtà i miei desideri più irrealizzabili: l'Inter in serie B, una donna che non abbia perennemente mal di testa, il Ciobar che non ti brucia la lingua e la figurina di Dirceu nell'Avellino 86/87.

La superministra ha accettato le mie richieste.
Mi ha fatto firmare un atto notarile nel quale, in cambio di tutto ciò, oltre a dover indossare vita natural durante una maglietta con scritto: "Emilio Fede è un giornalista serio ed io lo stimo", rinunciavo definitivamente all'agognato contratto a tempo indeterminato in qualsiasi tipo di lavoro, statale e non, e a qualsiasi tipo di dignità sociale.

Sciocca. Pensava di farmela ma io l'ho fregata. A me basta l'Inter in serie B.